Buona notizia!
E’ stato raggiunto il traguardo delle 50.000 firme per la campagna “Ero straniero”. Una legge di iniziativa popolare per superare la legge Bossi – Fini ed investire su accoglienza, lavoro ed inclusione.
Ero straniero. L’umanità che fa bene, al termine la campagna
Si conclude in questi giorni la campagna Ero straniero. L’umanità che fa bene per la
presentazione di una legge di iniziativa popolare che adegui la legislazione italiana
sull’immigrazione al cambiamento delle caratteristiche dei flussi migratori. Siamo riusciti a arrivare
a oltre 70 mila firme in un tempo che potremmo definire strumentalmente ostile verso le persone
immigrate. Nell’era del digitale, lo abbiamo fatto attraverso una modalità di vera democrazia
partecipata, scendendo nelle piazze, coinvolgendo le parrocchie, incontrando la gente, ascoltando e
proponendo, cercando di alimentare il dibattito e il confronto invece della polemica e dello scontro,
chiedendo di apporre una firma per la proposta di legge. Non abbiamo chiesto una delega in bianco,
ma l’assunzione di responsabilità personale per un futuro che può cambiare solo partendo da
ciascuno di noi.
Lo abbiamo voluto fare certi che è sempre più urgente promuovere un vero cambiamento.
Un cambiamento culturale che cominci tenendo in considerazione le paure della gente, partendo
dalla “pancia” per arrivare fino alla testa e al cuore. Un cambiamento pratico che diffonda quelle
buone prassi che esistono, ma faticano a essere replicate.
Lo abbiamo voluto fare in una compagine trasversale di realtà promotrici e sostenitrici
perché pensiamo che in gioco ci sia il bene di tutti in una società plurale.
Infine, lo abbiamo voluto fare in quanto realtà cattoliche perché essere stranieri è costitutivo
del nostro essere cristiani, come si diceva già nella prima epoca cristiana: viviamo nella nostra
patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto siamo distaccati come
stranieri, ogni patria straniera è patria nostra, e ogni patria è straniera. Ma, soprattutto, lo
abbiamo voluto fare perché la costruzione di un mondo di giustizia e di pace passa attraverso
l’accoglienza e lo straniero simboleggia ogni diversità, in primo luogo quella delle persone più
fragili e emarginate. Ero straniero…e mi avete accolto non ci richiama solo la scena del Giudizio
universale, ma ci indica quale società vogliamo costruire e in che mondo vogliamo vivere, un
mondo non solo più giusto ma un mondo più umano, perché l’umanità fa bene: accogliere l’umanità
dello straniero, del diverso da noi, di chi sta ai margini ci rende ogni giorno più umani.
P. Camillo Ripamonti, Don Virginio Colmegna
presidente Centro Astalli presidente Casa della Carità