Storica vittoria del diritto di asilo: un visto d’ingresso in Italia per richiedere
Sono arrivati il 30 agosto all’aeroporto di Fiumicino cinque cittadini eritrei a cui il Tribunale di Roma ha riconosciuto il diritto a fare ingresso sul territorio mediante il rilascio di un visto con lo scopo di accedere alla domanda di protezione internazionale, dopo che l’Italia li aveva soccorsi con una nave della Marina militare nel mar Mediterraneo e illegalmente respinti in Libia nel 2009.
Abbiamo celebrato e accolto insieme ad Amnesty International un arrivo di eccezionale portata simbolica, che ripristina la legalità in relazione al diritto di asilo sancito dall’articolo 10 della Costituzione, leso dalle autorità italiane che da anni effettuano azioni volte a bloccare l’accesso di tutti coloro che tentano attraverso il Mediterraneo di arrivare ed ottenere protezione.
La vicenda risale al 2009, quando un gruppo di 89 migranti e richiedenti asilo in arrivo dalla Libia sono stati ricondotti dalle autorità italiane in Libia, dove hanno subito trattamenti inumanti e degradanti, violenze e torture.
Adesso cinque di queste persone hanno ricevuto finalmente giustizia. Nei prossimi mesi dovranno giungere in Italia anche altri tre dei respinti, oggi sostenuti dall’organizzazione non governativa Assaf, attualmente in Israele.
Abbiamo celebrato e accolto insieme ad Amnesty International un arrivo di eccezionale portata simbolica, che ripristina la legalità in relazione al diritto di asilo sancito dall’articolo 10 della Costituzione, leso dalle autorità italiane che da anni effettuano azioni volte a bloccare l’accesso di tutti coloro che tentano attraverso il Mediterraneo di arrivare ed ottenere protezione.
La vicenda risale al 2009, quando un gruppo di 89 migranti e richiedenti asilo in arrivo dalla Libia sono stati ricondotti dalle autorità italiane in Libia, dove hanno subito trattamenti inumanti e degradanti, violenze e torture.
Adesso cinque di queste persone hanno ricevuto finalmente giustizia. Nei prossimi mesi dovranno giungere in Italia anche altri tre dei respinti, oggi sostenuti dall’organizzazione non governativa Assaf, attualmente in Israele.